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Passando per piazza Duomo a Milano come sempre, non ho potuto fare a meno di rimirare la facciata della maestosa cattedrale che in quella mattina risplendeva riflettendo la luce del sole dalle sue guglie e dalle sue statue (sono più di 3.200) in marmo di Candoglia. In quel momento ho ripensato al meraviglioso Tesoro del Capitolo: si tratta di un impareggiabile collezione di opere di arte orafa, oggetti liturgici e di culto che partono da V fino al XIX secolo. Il tesoro venne esposto la prima volta nel 1962, nei locali sotterranei della cattedrale sotto l’altare maggiore accanto allo Scurolo di San Carlo (lo scurolo è la cripta dove è sepolto San Carlo Borromeo).

Ricordo con piacere e una punta di vanità che l’istituto che dirigo, il Cisgem (istituto gemmologico, centro di informazioni e servizi gemmologici, in via Vittor Pisani 12, a Milano), nel 1986 ha effettuato le analisi gemmologiche di gran parte degli oggetti della prestigiosa collezione: come l’evangelario di Ariberto (XI secolo) che reca zaffiri, smeraldi, granati, perle, agate, turchesi, quarzi incolori, citrini, ametiste e alcuni vetri e preziosi smalti (dall’aureola del Cristo è stato tratto il simbolo del Cisgem, come elemento della tradizione orafa lombarda); la Pace di Pio (XVI secolo), attribuita al Caradosso o al Cellini, che riporta rubini, diamanti, agate e lapislazzuli; l’Ostensorio Castiglioni» (XVI secolo) con coppa, tappo e sfera in quarzo incolore ornato di rubini zaffiri, perle e smalti.

Dal 4 novembre 2013, in occasione dei festeggiamenti in ricordo di San Carlo Borromeo, che è patrono della diocesi, il Tesoro del Capitolo è stato trasferito in una apposita sala del Museo del Duomo ospitato in Palazzo Reale (Piazza del Duomo 12, aperto tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 18 e chiuso il lunedì, biglietto 3 euro). Vi invito a visitare questo museo, vi assicuro che ne vale veramente la pena.
Se volete maggiori informazioni sul Tesoro del Capitolo e sulle attività svolte dal Cisgem, potete visitare il sito www.cisgem.com .

La pillola di oggi:

La frase «viaggiare a ufo o andare a ufo», che significa andare a scrocco, deriva dalla locuzione latina ad usum fabricae operis (cioè «per essere utilizzato nella fabbrica») ed era segnata sui materiali edili e sui blocchi di marmo (marmo di Candoglia della Val D’Ossola) utilizzati per la costruzione del Duomo: grazie a quella scritta non pagavano il dazio, cosi molti commercianti iscrivevano questa dicitura anche su altre merci, per gabbare i gabellieri.

La prossima settimana vi racconterò dell’altare di Sant’Ambrogio.